Oggi vogliamo dedicare il nostro articolo del giorno alla cucina sarda: tanto parliamo di ricette sarde, di abbinamenti ideali ai Vini della Sardegna ma poco ci fermiamo ad esaltarne le caratteristiche, ad analizzarne gli influssi e le origini, ma soprattutto a sfatarne i luoghi comuni, che troppo spesso la vorrebbero descrivere come una cucina povera, di pastori e contadini, fatta dunque solo di cibi semplici e poco elaborati.
Per omaggiare la cucina sarda oggi usiamo le parole di Tonino Mulas, Presidente della FASI ” Federazione Associazioni Sarde in Italia”.
Ecco come ne parla nella Prefazione della “Guida ai Ristoratori Sardi a Milano”:
“La cucina sarda presenta delle particolarità a dir poco interessanti, perché, come ricordano in molti, la Sardegna è la terra orientale più ad Occidente del Mediterraneo. E’ questa la sua particolarità.
E’ stato ed è un crocevia. E’ una terra dove tutto cambia nel rispetto delle origini: dove persistono piatti in uso tra i fenici, dove da sempre si prepara la Feta meglio che in Grecia e con più grande equilibrio, dove regna il Cannonau, che uno studio internazionale ha scoperto essere il più antico vitigno da vino di tutto il mondo.
Quella sarda è una cucina di sintesi, sana, che profuma di macchia, oppure che si attarda sulle lunghe cotture delle salse alla spagnola e sulle miscele delle erbe a cominciare dal timo, dalla menta, dall’uso del mirto e degli agrumi.
E’ una cucina attenta alle proporzioni, all’eleganza della presentazione.
Persino portare in tavola il classico porcetto diventa un fatto d’arte, da servire su un letto di foglie di mirto e in un contenitore di sughero, il cui colore si sposa con quello delle carni dei giovani animali bruniti da una lenta cottura.
Ma prendete le forme dei pani di festa e di sposalizio: sono un monumento al ritmo stilistico e alla bellezza formale.
Prendono le forme di cuori, di alberi della fortuna, di maschere, di persone e animali, da intarsiare e impreziosire con ricami che rimandano a certe infiorature gotiche, alla lavorazione a filigrana e all’eleganza del merletto fiammingo.
Niente dalla cucina sarda è lasciato al caso, perché sono preparazioni ragionate. Basta osservare le caratteristiche dei piccoli malloreddus rigati e cavi per assorbire il sugo, o di sos ” culurzones“, profumati e chiusi a sacco e orlati nelle bordure …..
La Sardegna è sempre stata un’isola di approdi e scambi.
Ultimo zoccolo di Atlantide, affermano gli studiosi, isola delle colonne d’Ercole e unico luogo di tutto il Mediterraneo Occidentale con un tempio a Ziqqurat simile a quelli della Mesopotamia.
Un popolo strano che ha sempre bevuto latte, yogurt e latte acidulato. Per questo ha il numero di centenari più alto d’Europa.
Perché ha sempre mangiato rispettando il cibo, non imbarbarendolo con strani miscugli che celano i sapori.
Per questo è una cucina raffinata, zen, lenta ed equilibrata. Ma non semplice, anzi, proprio il contrario.”